12 Marzo 2018
Accordo interconfederale 9 marzo 2018 su contenuti e indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva
Accordo interconfederale 9 marzo 2018 su relazioni industriali e della contrattazione collettiva
Il 9 marzo è stato ratificato l’accordo tra Confindustria e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL già raggiunto il 28 febbraio 2018, relativo a “contenuti e indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva”.
Si tratta di un accordo programmatico che non ha un immediato effetto nella disciplina delle relazioni industriali e dei rapporti di lavoro, ma che contiene innanzitutto due importanti dichiarazioni di intenti, e cioè che:
- un sistema di relazioni industriale più efficace e partecipativo è necessario per qualificare e realizzare i processi di trasformazione e di digitalizzazione nella manifattura e nei servizi innovativi, tecnologici e di supporto all’industria;
- un ammodernamento del sistema delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva è funzionale a contribuire fattivamente alla crescita del Paese, alla riduzione delle disuguaglianze, nella distribuzione del reddito, alla crescita dei salari, al necessario miglioramento della competitività attraverso l’incremento della produttività delle imprese, al rafforzamento dell’occupabilità delle lavoratrici e dei lavoratori ed alla creazione di posti di lavoro qualificati.
Più in concreto, le parti contraenti si sono concentrate su una serie aspetti di ordine generale, quali, in particolare:ruolo centrale dei contratti collettivi di secondo livello: nel confermare la necessità di due livelli di contrattazione, nazionale e decentrato (aziendale o territoriale), le parti condividono l’esigenza di assegnare alla contrattazione nazionale il compito di garantire trattamenti economici e normativi comuni a tutti i lavoratori del settore, ovunque impiegati sul territorio nazionale e di affidare alla contrattazione di secondo livello, l’introduzione di trattamenti economici legati ad obiettivi – individuati secondo standard qualitativi e quantitativi – di crescita della produttività aziendale, di efficienza, di redditività, di innovazione, facendo riferimento agli indicatori già definiti nell’accordo interconfederale del 14 luglio 2016;
- TEC e TEM, nuove forme dei trattamenti economici collettivi: l’accordo quadro assegna agli accordi di livello interconfederale le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva con riferimento a materie di interesse generale quali previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, tutela della non autosufficienza, prestazioni di welfare sociale e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nell’ottica di favorire una maggiore universalità delle tutele al contratto collettivo nazionale di categoria il compito di disciplinare una nuova forma di trattamento economico, composto dal “TEC” (Trattamento Economico Complessivo), costituito dal “TEM” (Trattamento Economico Minimo, cioè i c.d. minimi tabellari), e dai trattamenti economici (compreso il corrispondente valore economico delle eventuali forme di welfare) comuni a tutti i lavoratori di ciascun settore merceologico;
- misura della rappresentanza datoriale: le parti hanno ribadito che “democrazia sindacale, misurazione e certificazione della rappresentanza costituiscono uno dei pilastri fondamentali del modello di relazioni industriali”, nel solco delle regole del T.U. della rappresentanza sindacale del 2014. Di qui la necessità di impegnarsi a contrastare il proliferare dei contratti “pirata”, ossia quei contratti stipulati da soggetti senza nessuna rappresentanza certificata e finalizzati esclusivamente a dare copertura formale a situazioni di vero e proprio “dumping contrattuale”. In questo quadro, un primo passo è quello di misurare la rappresentanza della parte datoriale. Un’azione che, secondo i firmatari, dovrebbe coinvolgere le istituzioni e, in particolare, il CNEL. Quest’ultimo potrebbe favorire questo percorso tramite una serie di attività ricognitive sia dei perimetri della contrattazione, che dei soggetti coinvolti al fine di verificarne la effettiva rappresentatività. Viene tuttavia considerato anche un passaggio successivo: l’impegno a proporre a tutti i soggetti coinvolti alcune regole che assicurino il rispetto dei perimetri e ne impediscano la violazione da parte di soggetti privi di adeguata rappresentatività. Interessante l’affermazione che “Confindustria e Cgil, Cisl, Uil ritengono che l’efficacia generalizzata dei contratti collettivi di lavoro costituisca un elemento qualificante del sistema di relazioni industriali e che le intese in materia di rappresentanza possano costituire, attraverso il loro recepimento, il presupposto per la definizione di un quadro normativo in materia”;
- misura della rappresentanza sindacale: le parti confermano di voler dare piena attuazione alle norme ed agli accordi in materia di rappresentanza, cercando di coinvolgere anche altre associazioni datoriali per arrivare ad un unico modello di certificazione;
- argomenti di prioritario interesse per le relazioni industriali: le parti esprimono la comune volontà di affrontare prioritariamente i seguenti argomenti: welfare (ad esempio: previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, tutela della non autosufficienza, prestazioni di welfare sociale e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro); formazione (sviluppo degli interventi di formazione continua e della forma contrattuale dell’apprendistato), competenze professionali (con il potenziamento degli strumenti di certificazione delle stesse); sicurezza del lavoro (creando sinergie con l’INAIL nelle attività di prevenzione, ricerca e formazione); mercato del lavoro (puntando a creare o a favorire strumenti per il reinserimento lavorativo); partecipazione (sia quella dei lavoratori alla definizione degli aspetti legati all’organizzazione del lavoro, sia quella legata ai processi di definizione degli indirizzi strategici dell’impresa).
Per consultare l’accordo, clicca qui
http://www.adlabor.it/normativa/contrattazione-sindacale/accordo-interconfederale-sulle-relazioni-industriali-sulla-contrattazione-collettiva/